Un viaggio in 10 foto #3: Phnom Penh, la città che non ho capito.

E’ un pò di tempo che pensavo ad un modo per dare maggiore risalto ad alcune foto, quelle che considero più belle o che in qualche modo mi comunicano qualcosa, è così che nasce ” Un viaggio in 10 foto ” un post settimanale nel quale inserirò 10 foto per me significative per raccontarvi un luogo che non so spiegare a parole.

“Non voglio in alcun modo sostenere che le mie foto siano belle tecnicamente e qualitativamente ma penso che a volte le foto possano parlare più delle parole e descrivere al meglio ricordi per cui ogni parola sarebbe maledettamente insignificante.”

 

Oggi voglio portarvi a Phnom Penh, capitale della Cambogia, città che ospita oltre un milione e mezzo di abitanti e che per alcuni aspetti non mi è sembrata vera Cambogia.

E’ strano da spiegare, vi ricordate quando vi avevo parlato del giorno della memoria cambogiano? Ecco vi avevo detto che l’età media degli abitanti di questo paese è molto bassa a causa dello sterminio portato avanti dai khmer rouge appena mezzo secolo fa: andando a Phnom Penh si realizza davvero quanto siano giovani e aperti al mondo occidentale, i ragazzi parlano inglese e hanno miti di ricchezza e superficialità perfettamente assimilabili ai nostri usi e costumi e assolutamente in contrasto con la spiritualità asiatica.

Eppure basta entrare in un mercato per essere catapultato nell’Asia più vera, con il frastuono che ti fa girare la testa, l’odore di spezie che fa venire l’acquolina in bocca e mille sorrisi ti costringeranno a sorridere a tua volta.

A Phnom Penh abbiamo visitato la prigione S 21 e uno dei The Killing Fields, conoscendo le atrocità che questo popolo ha subito, emozionandomi alla vista di uno dei pochi sopravvissuti e vergognandomi del fatto che NOI UOMINI siamo ancora capaci di fare tutto ciò; cambiano i paesi e le latitudini ma non cambia la cattiveria che siamo in grado di dimostrare.

 

Per Un viaggio in 10 foto #3: ecco Phnom Penh, la città che non ho capito.

 

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Il punto è che Phnom Penh è proprio diversa da come la immaginavo, è piena di templi coloratissimi e mercati stupendi, è solcata dalle acque di un fiume la cui fama si perde nella notte dei tempi ed è più quieta di quanto si possa pensare.
Da come l’idea di essere un grande paese, non una città con milioni di abitanti.

E poi è così occidentale: reggae bar, pseudo discoteche e troppi americani ormai stanziati qui; e tutto questo cozza troppo con un passato così atroce e così recente.

 

Non so se sono riuscita a trasmettervi qualcosa di Phnom Penh ma se vi ho lasciato un senso di subbuglio e confusione allora vi state sentendo come mi sono sentita io camminando per le sue strade.

 

C’è qualche posto dove vi piacerebbe andare nel prossimo post di Un viaggio in 10 foto?

vi abbraccio,

 

Danila.

3 comments

  1. Niente..la Cambogia mi attira sempre di più!
    Però la Cambogia vera, non questa occidentalizzata come la racconti tu..credo che però sia “necessario” passare di qui 🙂
    Io comunque quando vedo le foto del durian mi chiedo come possano mangiarlo…

    1. Sono sicura che quando deciderai di andarci ti rapirà il cuore <3
      Guarda Francesco lo ha mangiato io per poco vomito solo con l'odore 😀

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