Come ti chiami? Dimmi qualcosa di te
Sono Elisa, ma nel web sono forse più conosciuta come Liz per via del mio blog di viaggi Travelling with Liz. Sono copywriter e social media manager freelance da quasi un anno, un obiettivo che ho raggiunto non con poca fatica.
Da quanto tempo sei in Australia? Dove vivi? Con quale visto? Riassumi brevemente la tua esperienza Australiana.
Ho vissuto in Australia 6 mesi, sono tornata ormai nel lontano 2012. Ho vissuto a Bondi Beach, una delle più belle spiagge dell’Australia, grazie al working holiday visa.
Cosa ti ha spinto a venire proprio in Australia? Il mondo è così grande.
Dopo la laurea in anglo-americano avevo voglia di partire. L’Inghilterra era più vicina, ma ha un tempo terribile. Girando per la rete ho scoperto della possibilità di ottenere il visto per lavorare in Australia e mi sono detta: perché no? Detto fatto, nel giro di pochi mesi avevo il biglietto per Sydney nelle mie mani.
Cosa fai qui in Australia? Cosa facevi invece in Italia?
Quando sono arrivata in Australia ero con il mio ex ragazzo, abbiamo vissuto un mese in ostello, prima di poter trovare un lavoro che ci permettesse di pagare l’affitto di una stanza. Dopo un mese intero alla ricerca di quel luogo che avremo chiamato casa, lavoravo già in due locali diversi. La mattina in un bar sulla spiaggia a Bondi e la sera in una pizzeria a Paddington, verso Sydney. Una faticaccia, ma che mi ha forgiato nel carattere.
Rimanendo in tema lavoro, parliamo di una questione molto interessante per gli italiani che stanno decidendo se trasferirsi o meno: quanto guadagni? Qual è stata la paga migliore che hai percepito e quale la peggiore?
Prima di partire per l’Australia lavoravo all’aeroporto di Venezia. Stavo bene, il lavoro mi piaceva, ma era come se non fosse abbastanza. Ero giovane, con le idee confuse sul futuro, un’esperienza nuova e forte, era la scossa che cercavo per trovare la direzione giusta da seguire. In Australia sono tornata indietro, a livello lavorativo, ma quando si arriva in un paese che non è il tuo, bisogna entrare a testa bassa e partire dal basso. Se mi sono reinventata? Sì, mi ci sono voluti 5 anni, ma senza quest’esperienza, probabilmente non sarei arrivata dove sono ora.
A chi consiglieresti l’Australia e a chi invece raccomanderesti di evitare questo paese come la peste?
L’Australia non è per tutti, specie per i fannulloni. Qui si lavora e si lavora duro, ma ci sono anche le soddisfazioni. A chi odia gli scarafaggi come me, consiglio di portarsi dietro un bel po’ di coraggio, perché checché ne dicano, non si abitueranno mai.
La cosa che ti piace più dell’Australia e quella che proprio non sopporti.
La cosa che mi piace di più dell’Australia? Che gli autobus arrivino puntuali e che le paghe siano alte. La cosa che mi piace di meno è l’eccesso di zelo da parte delle forze dell’ordine e la poca tollerabilità dei suoi abitanti.
E ora veniamo alla classica domanda: torneresti in Italia? Motiva la tua risposta!! Cosa ti manca dell’Italia e cosa proprio non ti mancherà mai?
Perché sono tornata dopo solo 6 mesi, se il visto dura un anno? Quando si è giovani spesso si segue il cuore, anche se la mente spesso dice il contrario e la maggior parte delle volte ha pure ragione.
Quando stavo in Australia ciò che mi mancava di più era il cibo. Fortunatamente, avevo individuato una buona pizzeria vicino a casa, che mi faceva sentire meno la mancanza del mio paese. Non mi è mai mancata l’Italia in quei mesi che ho passato lì, certo sei mesi sono relativamente pochi, ma io mi sentivo libera e mi sentivo felice.
Altro argomento classico: LE FARM! Raccontaci la tua esperienza. Che consigli daresti a chi ancora deve farle?
No, non ho fatto le Farm. Sapendo di stare lì per meno di un anno e di non dover richiedere il secondo visto, ho lasciato perdere. Comunque, non so se le avrei fatte, avrei preferito provare a trovare uno sponsor per poter rimanere lì.
Domanda a bruciapelo: dove andare appena arrivati, East o West Coast?
Est? Ovest? Non esiste la risposta giusta. Chiudete gli occhi e fatevi guidare dall’istinto. Ho scelto Sydney così, perché mi piaceva il nome e perché sognavo di veder l’Opera House.